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Prima Puntata – Tutti gli usi della parola a tutti

Grafica Marta Stamerra

NIENTE BUCHI NELL’ACQUA CON L’IMMAGINAZIONE

Quante volte in estate mi è capitato di ritrovarmi in riva al lago a gettare sassi in acqua… Pomeriggi interi a fare a gara coi miei amici, a chi fa rimbalzare più volte il sasso sulla superficie dell’acqua, o a chi lo tira più lontano rischiando, pur di vincere, la lussazione della spalla. Mi ricordo anche di attimi in cui mi son seduta sul bagnasciuga pensierosa, e senza neppure badarci iniziavo a gettare sassi contro le onde. Un’immagine romantica, anche filosofica che richiama alla mente figure come il Viandante, per gli amanti della storia dell’arte, o, ancora meglio, Hercules per gli amanti della Disney, quando inizia a cantare “Posso Farcela”. Stando lì per i fatti miei, e chi si è ritrovato nella stessa situazione lo potrà confermare senza grande stupore, mi capitava di seguire con lo sguardo le increspature dell’acqua, che si formavano appena il sasso toccava la superficie, e da quel punto si allontanavano, formando cerchi concentrici sempre più ampi. Questo fino a che il mio occhio non riusciva più a catturarne l’immagine. E allora gettavo un altro sasso ricominciando il rito ipnotico, estremamente rilassante a parer mio. 

Il sasso nello stagno

Quest’immagine l’ho ritrovata di recente tra le pagine di un libro di Gianni Rodari: ”La Grammatica della Fantasia”.  Immagine evocativa, utilizzata dallo straordinario e geniale autore come similitudine per spiegare uno dei suoi primi esercizi di fantasia. Nel libro, Gianni Rodari, spiega che come un sasso in uno stagno toccando l’acqua crea cerchi concentrici, andando a condizionare il movimento di tutto ciò che sta sulla superficie, e tutto ciò che cadendo incontra, anche le parole “lanciate” nella mente di chicchessia producono lo stesso effetto. Come una reazione a catena, quella parola urta contro le altre che si associano involontariamente ad essa. Infatti la tecnica presentata a seguito della similitudine l’ha chiamata proprio “sasso in uno stagno”. Ho provato ad utilizzarla partendo dalla parola “marmellata”. Seguendo le indicazioni trovate sul libro ho iniziato a lavorare su questa parola, cercando: 

          Tutte le parole che iniziano con m ma non proseguono con a
MELA, MERENDA, MIRTILLO, MONELLO, MUCCA, MOLLA, MOSSA, MISTERO …

          Tutte le parole che iniziano con la sillaba ma
MARACHELLA, MANDARINO, MARSUPIO, MANDOLINO, MACERO, MACCHERONE ..

          Tutte le parole che rimano con ata
CIOCCOLATA, CARAMELLATA, AGIATA, STUFATA, COCCOLATA, PARALIZZATA, PANNA MONTATA …

          Tutte le parole che le stanno accanto a livello semantico
VASETTO, COLAZIONE, MERENDA, ZUCCHERO, NUTELLA, FETTA BISCOTTATA, PANE, BURRO, COLTELLO …

Ma Rodari dice che non è sufficiente questa prima associazione di parole, che può dare solo dei risultati piuttosto banali, senza accendere una scintilla. È necessario trovare degli accostamenti improbabili. Quindi ho continuato a seguire i suoi consigli, facendo prima una pausa in cucina per mangiare una fetta di pane e marmellata di frutti di bosco. Uno dei passi successivi prevede di scrivere in verticale la parola scelta e trovare per ciascuna lettera, che la compone, nuove parole.
Inizialmente senza una logica: 

Muschio
Alto
Rischio
Mesto
Elementare
Liuto
Ladro
Alticcio
Tassello
Anaconda

In seguito, cercando di creare un legame tra una parola e l’altra in modo da ottenere una breve frase 

Mi
Appaiono
Rare
Mucche
Estremamente
Lunghe
Luminose
Andare
Tutte
Assieme

Questi piccoli esercizi  hanno fatto in modo che la mia testa si trasformasse in un grande frullatore: la mia mente si è affollata, in men che non si dica, di parole, immagini, colori che si mescolavano tra loro. È bastato appoggiare la penna sul foglio per creare la mia prima favola per bambini 

La Mucca Bislunga
Poco distante dal pianeta delle scimmie c’è il pianeta delle meduse, e tra quello delle meduse e quello dei tucani c’è quello delle mucche. Mica stupide le mucche! Si son trovate il posto migliore: tutto l’anno possono godere delle temperature tropicali provenienti dalle case dei tucani, e possono abbronzandosi al sole che illumina il mare delle meduse. Al centro del pianeta c’è un grande parco giochi, dove le mamme portano i loro vitellini per divertirsi. Un giorno una mucca tra le più grandi entrò nel parco e si sentì subito bambina. Voleva giocare anche lei a tutti i costi; provò ad entrare in un tunnel, ma era troppo piccolo, infatti si incastrò. Le altre mucche cercarono di aiutarla, tirandole le zampe e spingendole la testa. Sembrava impossibile riuscire a liberarla, ma dopo diversi tentativi ci riuscirono; solo che l’avevano tirata così tanto che si era allungata a dismisura, il corpo più snello che abbia mai visto. Tutti i bambini la guardarono e iniziarono a ridere. La mucca bislunga si mise a piangere e scappò dal parco. Da quel giorno, fu difficile per lei fare qualsiasi cosa: tutto sul pianeta era costruito a misura di mucca normale. La sua casa era troppo bassa e piccola, non poteva più andare in bici, e quando camminava per le strade occupava tutto il marciapiede, per non parlare di quando attraversava la strada: bloccava tutta la corsia, facendo arrabbiare le altre mucche che dovevano andare al lavoro. Tutti le stavano alla larga, anche i suoi amici non uscivano più con lei. Nessuna la voleva. Provò anche ad andare dal medico, ma nemmeno lui sapeva come aiutarla. La mucca bislunga si sentiva sola ed era molto triste, ma un giorno qualcuno suonò al suo campanello. Quando aprì, vide fuori dalla porta le mucche che l’avevano aiutata al parco.
– Ciao mucca bislunga, siamo qui per aiutarti.
– Siete molto gentili, ma nemmeno il medico è riuscito a farmi tornare come prima.
– Ma tu non devi tornare come prima, vai bene così. Siamo qui per aggiustare tutto il resto.
La mucca bislunga non capiva, ma poi vide delle mucche trascinare delle ruote e prendere la sua bicicletta. L’aggiustarono allungandola a misura di mucca bislunga, in modo che potesse utilizzarla. Nei giorni successivi, sistemarono anche la sua casa alzandola di tre piani, così non sbatté più la testa contro il soffitto. La mucca bislunga non sapeva come ringraziarle. Non avevano solo sistemato la sua bicicletta e la sua casa, ma aveva ritrovato delle amiche, alle quali piaceva pur essendo bislunga. 

Ho trovato questi esercizi estremamente stimolanti. Mentre studiavo la mia parola, mi stupivo delle associazioni che potevo fare anche con un minimo sforzo. La mia storia è davvero semplice, perché non ho dedicato tanto tempo alla parte creativa; eppure è la parte più divertente: è buffo scoprire il modo in cui le parole vengono riordinate nelle nostre teste. Non sono una psicologa e non studio la mente umana, quindi non so cosa succede nelle nostre menti, ma quello che posso assicurare è che può diventare un gioco divertente da fare in compagnia, in famiglia.
Provate anche voi a casa a scrivere una storia: non preoccupatevi della lunghezza o della forma, scrivete tutto ciò che vi va utilizzando la tecnica del “sasso nello stagno”, poi inviatela a questo indirizzo mail info@tramm.it. Durante il Rodaridì potrete leggere le vostre storie e quelle degli altri, sul nostro blog.
Buon divertimento e a presto!

Elena

P.S.: per diventare dei veri esperti, potrete acquistare il libro su cui si basano gli articoli della mini serie; vi basterà cliccare su questo link https://100giannirodari.com/opera/grammatica-della-fantasia-40/