TRAMM > Blog > Grazie a chi è ripARTIto con noi!

Grazie a chi è ripARTIto con noi!

Una settimana fa si concludevano gli appuntamenti di “Si ripARTE- L’arte come punto di ripartenza”. Abbiamo lanciato quest’iniziativa con l’intento di sostenere l’Ospedale A. Manzoni di Lecco nell’affrontare l’emergenza sanitaria. Lo abbiamo fatto parlando di arte: vogliamo ripartire da lei e farla rivivere in modo che continui a dare il proprio contributo di bellezza al mondo.

È così che abbiamo trascorso tre serate in cui non sono mancate risate, riflessioni e generosità: grazie all’ aiuto dell’Associazione Veronica Sacchi e a chi ha partecipato alle serate, abbiamo raccolto più di 480 € attraverso la campagna Gofundme “Sosteniamo ASST Lecco Osp. Manzoni col sorriso!” 

La generosità non si è limitata a questo, infatti vogliamo rivolgere un ringraziamento speciale ai protagonisti dei tre venerdì sera, ossia  Valeria Cavalli di MTM che si è prestata, con la sua esperienza e professionalità, a intervistare gli ospiti Paolo Nani, Simone Savogin e Roberto Mercadini. Ognuno, con la propria personalità e passione, ci ha raccontato la sua esperienza artistica, facendoci viaggiare dal mondo attoriale a quello della poesia, dagli spettacoli muti alle narrazioni, dallo slam ai monologhi. Quello che ha accomunato i tre ospiti è di certo la curiosità che porta a conoscere, che porta a scoprirsi

“È sempre divertente scoprire cose nuove”- Paolo Nani

“Bisogna essere curiosi, sempre”- Simone Savogin 

“Ho sempre avuto voglia di sapere”- Roberto Mercadini

L’insegnamento più grande che possiamo portarci a casa da queste serate è proprio questo: la curiosità sta alla base della creatività, per creare qualcosa di nuovo bisogna prima nutrirsi, cercare dentro di sé e al di fuori di sé.  
L’arte, gli artisti hanno il dovere di smuovere le persone affinché siano loro le prime a incuriosirsi, a non stancarsi mai di sfogliare un libro in più, di andare a teatro, di raccontare storie, di indagare se stessi per scoprirsi e riscoprirsi ogni giorno. Il mondo ha bisogno dell’arte e l’arte ha indubbiamente bisogno di un mondo da ascoltare, che la ispiri e dialoghi con lei.  
Per ripartire sarà necessario far capire quanto essa sia essenziale per la vita delle persone, perché “la superficialità ammazza la vita” come ci ha detto Roberto Mercadini rispondendo alle domande del pubblico; l’arte lo può impedire, lo deve fare andando a smuovere in tutti noi la curiosità, le emozioni, mantenendoci vivi nel profondo.

Tre serate estremamente stimolanti ed interessanti, trascorse con grandi artisti che con le loro parole ci hanno permesso, non solo di passare dei piacevoli venerdì sera, ma anche di ricordare il motivo per cui ci dedichiamo alla cultura e su di essa scommettiamo tutto.    

Come ti sei liberato delle tue maschere?
“Non ci si libera delle maschere, se ne aggiungono delle altre, semplicemente col tempo le si conoscono meglio.
È possibile averne più di una, il teatro permette di rendersi conto di avere tanti colori. Puoi tante cose, hai tanti colori, devi solo trovare il modo per metterli in moto senza averne paura. Tutti quanti abbiamo una tavolozza molto grande, bisogna continuare a cercare i propri colori.. è sempre divertente scoprire cose nuove” – Paolo Nani

L’arte ci salverà?
“Credo fortemente che l’arte possa salvare vite (..) a chi glielo permette. Oggi l’arte accetta di sottostare a questa cosa di internet, al fatto di avere pochi fondi, perché chi fa arte sa che domani ci salverà (…) Noi artisti abbiamo un dovere, far capire che siamo essenziali. È una lotta senza fine, e non la vinceremo mai ed è questo che mi sprona a farlo perché non voglio vincere, voglio smuovere le persone” –  Simone Savogin

C’è una luce dietro ai tuoi occhi, che cosa c‘è dietro?
“Credo che sia felicità. Penso di essere una persona molto felice. Cos’è la felicità: la felicità è poter dare frutto, poter dare poter esprimere qualcosa della tua più intima essenza. E io faccio un mestiere bellissimo: scrivo monologhi che mi permettono di parlare dei miei pensieri delle mie emozioni, faccio un lavoro per cui devo essere me stesso”  – Roberto Mercadini

Elena