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UNA DOLCE BAMBINA

Buongiorno a tutti!
Un altro Rodaridì è arrivato e oggi ci scrivono Ivan ed Emanuela; hanno provato ad immaginare il passato della matrigna di Biancaneve, e ora ci regalano una bellissima storia. Ringraziamo di cuore i due autori che non mancano mai un Rodaridì, e auguriamo a tutti una buona lettura!

 

UNA DOLCE BAMBINA

C’era una volta una regina cattiva che aveva una figliastra di nome Biancaneve. Questa matrigna…..

Tanto tempo fa in un castello viveva una bambina dai lunghi capelli neri e occhi azzurro cielo di nome Grimilde. Era una bambina dal carattere molto dolce e amava molto gli animali, tanto che ne aveva molti nel giardino del suo castello  ,ma quello che amava di più era Ernesto un coniglietto nano, grigio e paffutello. Con lui trascorreva gran parte del suo tempo e persino la notte dormiva con lei. Grimilde aveva però una madre molto altezzosa ,superba e che non amava gli animali. Gli stessi animaletti alla vista di quella donna scappavano impauriti nascondendosi qua e là fra i cespugli. Un giorno arrivò in visita al castello un’amica della mamma di Grimilde, una certa Carlotta ,donna molto scortese e dalla voce stridula che esordì dicendo: ”Ma quanti animali ci sono in questo castello! Anche a me piacerebbe averne qualcuno nel mio giardino….”Subito la madre di Grimilda rispose: ”Cara, te li puoi portar via anche tutti. Non li sopporto proprio e poi puzzano. Pensa che Grimilda porta un coniglietto nella sua camera la notte, orribile!”. La donna s’affrettò a rispondere: ”Un coniglio nano? Che meraviglia lo voglio vedere. ”Grimilda sentì tutto il discorso e si precipitò a nascondere Ernesto. Ma non lo trovò in camera sua e iniziò disperata a cercarlo ovunque. Quando giunse nel salone delle feste, l’aspettò un’amara sorpresa. Quella donna aveva preso il suo Ernesto e stava per andarsene quando Grimilda urlò: ”Noooo, Ernesto è mio lo lasci andare”, ma la donna era già salita sulla carrozza e se ne stava andando. Grimilda piangeva disperata mentre la madre, con aria prepotente la beffeggiò: ”Non si piange per uno stupido coniglio. E ben presto spariranno anche tutti gli animali del giardino, tanto tuo padre è lontano e non arriverà molto presto, così quest’orribile puzza sparirà”. Grimilda a poco a poco si vide portar via tutti gli animaletti suoi amici. Passarono i giorni, la bambina se ne stava sempre rinchiusa nella sua camera triste e sconsolata e rifiutava persino il cibo. La madre non curante di lei, non si accorse che con il tempo Grimilda stava modificandosi e da bambina dolce e spensierata che era, iniziò ad essere molto scontrosa e capricciosa. Neppure il padre la riconosceva più.
Passò il tempo, ormai Grimilda era diventata una bella signorina, ma molto superba. La madre era morta di una grave malattia e il padre era stato dato per disperso. La sua passione era di rimirarsi allo specchio e si diceva che nessuno avrebbe mai potuto competere con la sua bellezza e pensava che se un giorno avrebbe avuto una figlia sperava  fosse un brutta bambina.

Ivan ed Emanuela