
Buon Rodaridì a tutti!
Oggi, non è un Rodaridì come gli altri: da ora, potrete votare la favola che più vi piace accedendo a questo doodle: Le fiabe popolari come materia prima
La storia che riceverà più voti, venerdì verrà premiata. Non perdiamo altro tempo: le votazioni sono aperte solo per oggi, lunedì 4 maggio!
RODARIDÌ
INTERVISTE FABULOSE
C’era una volta .. tanto tempo fa .. anzi a dire il vero c’è ancora un luogo segreto e nascosto nel mondo dove tutte le creature delle fiabe si ritrovano una volta al mese per raccontarsi come va sulla terra …
Oggi vi voglio svelare cosa mi raccontò Pinocchio quando lo intervistai .. si esatto .. io .. ho scovato questo posto misterioso e ogni mese mi è stato concesso l’onore di poter partecipare al loro incontro e intervistare uno di loro. In cambio ho promesso che avrei fatto leggere tutte le mie interviste a bambini e adulti purché sognatori .
Dunque Pinocchio comincia col raccontarmi che ora vive in Italia , avete capito bene , in Italia, per l’esattezza a Ferrara, in via Cortevecchia proprio vicino alla cattedrale. Lì si occupa di commercio nello specifico è un ambulante, in poche parole gira i mercati della zona e vende i suoi prodotti .. e qui arriva il bello .. vi starete chiedendo cosa potrebbe mai vendere!!! … niente di meno che “bigini di allegria”.. che sono delle semplici pergamene su cui ha scritto ricette più o meno magiche . Purtroppo capirete anche voi che all’inizio gli affari non andavano proprio bene.
Nessuno voleva pagare per leggere le sue stranezze.. voglio dire vi faccio un esempio delle Sue pergamene :
UN TONDO ROSSO SUL NASINO
UNA MAGLIA COLOR CANARINO
BALLA E CANTA
A PIEDI SCALZI CON MUSICA A MANETTA
DELLA FELICITÀ QUESTA È LA RICETTA
Ora devo dire che io ho provato e mi sono divertita parecchio ma come ho già detto nessuno voleva pagare per queste “sciocchezze” come gli dicevano tutti .
Il poveretto si era impegnato tanto, ogni sera ne scriveva di nuove, le rilegava per bene con un nastro di raffia, le metteva nel cesto della sua bicicletta e al mattino presto..via sfrecciava veloce per le strade di Ferrara e dintorni .
Ma niente i suoi articoli non piacevano e lui era veramente dispiaciuto. Faceva fatica a integrarsi con le “persone normali” e stava per perdere la speranza , stava pensando di trasferirsi in India e raggiungere Cappuccetto Rosso (si avete letto bene in India ..ma questa è un’altra intervista)quando gli accadde una cosa che gli riempì il cuore di gioia e lo fece tornare sulla sua decisione.
Un giorno si trovava a fare mercato nei pressi di Voghiera e come al solito gli affari andavano male, cominciava anche a piovere quando gli si avvicinò una bambina di circa 7 anni. La piccola era molto pallida con un Visino triste e era sulla sedia a rotelle, la spingeva la sua mamma e aveva tra le mani un gustoso gelato al cioccolato.. Pinocchio non mangiava da ore , forse giorni e aveva l’acquolina in bocca . Si avvicinò alla bambina e gli chiese come si chiamasse “Linda “ rispose lei “sono caduta dalla bicicletta e mi sono rotta una gamba”
“Ohhh mi spiace “ e ti fa molto male insistette curioso Pinocchio
“Non tanto” gli disse la piccolina “mi fa più tristezza non poter andare in bicicletta e correre con i miei amici” due lacrimuccie le scesero dagli occhi.
Allora Pinocchio colse al balzo l”occasione e rivolgendosi alla mamma disse:
“Ecco ho quello che ci vuole per Linda .. una bella “Pergamena dell’allegria” .. le faccio personalmente a mano .. e assicuro il risultato al cento per cento. Vengono solo 5 euro l’una “
La signora lo guardò storta e declinò la sua offerta.
Stava per andarsene quando Linda allungò il suo gelato verso Pinocchio e gli disse “io ne voglio una .. ecco il mio gelato in cambio “Pinocchio non credeva ai suoi occhi. Quella piccola creatura gli stava dando il suo gelato in cambio di una sua pergamena . Doveva assolutamente dargli la migliore che aveva ..cerca , rovista, sposta e finalmente la trova .
Ecco a te piccola” questa è proprio per te .
La mamma intanto continuava a sgridare Linda per quello stupido scambio
Linda emozionata e con tante speranze apri piano piano la pergamena e cominciò a leggere tra sé e se …. e all’improvviso cominciò a ridere a crepapelle.
La mamma allora guardò Pinocchio e piangendo cominciò a ringraziarlo . Linda era triste da tanto tempo ormai e nessun regalo o parola l’aveva fatta più ridere . Quello era veramente un miracolo.
Pinocchio restituì il gelato a Linda . Il suo cuore si era riempito di gioia nel vedere quanto la sua pergamena avesse reso felice una bambina e da lì capì il senso del suo lavoro.
Era regalare gioia , non venderla, o barattarla , era semplicemente regalarla .
Da quel momento si sparse la voce delle pergamene dell’allegria di Pinocchio e molte scuole, ospedali, istituti lo chiamarono e lo chiamano tuttora per averle … e senza che lui chiede nulla molte persone in cambio gli danno cibo e vestiti.
Per cui ecco quello che fa Pinocchio tra noi umani.. regala allegria . Magari qualcuno ha la fortuna di incontrarlo in qualche mercato.. ma naturalmente ha cambiato il suo nome per non farsi riconoscere. Il nome naturalmente non ve lo posso rivelare e cosa ci fosse scritto nella pergamena di Linda non è dato sapere… ma l’importante è sapere che da qualche parte in Italia c’è Pinocchio nascosto tra noi che regala sorrisi proprio come ha fatto nella sua fiaba . Vi aspetto alla prossima “intervista fabulosa”
Giornalista
Katia Rossi
L’ALBERO BOSCOLAGO
C’era una volta un albero molto grande, molto bello, con un cappello di foglie rigogliose e verdi. Era stanco di vivere nel bosco, troppo affollato ripeteva continuamente; non riusciva a distendere i suoi rami poderosi verso il cielo, poter dimostrare la sua infinita bellezza. All’ orizzonte davanti a se, aveva un grande lago con i colori dell’arcobaleno. Decise che la sua nuova dimora ora in poi sarebbe stato il lago. Raggiunse la riva e si fece trasportare dalle onde e con il vento favorevole raggiunse la meta tanto desiderata, arrivò in mezzo al lago, piantò ben salde le sue radici, le foglie rigogliose brillavano come diamanti.
Oh!!!! finalmente ho quello che sempre sognato. Sono solo, ho tutto il lago per me, sono ancora più maestoso.
Fece amicizia con carpe, tinche, alghe di ogni specie. Nonostante questo era ancora insoddisfatto, brontolava talmente forte che il suo brontolio raggiungeva la riva con onde forti e decise. Nemmeno qui è il mio posto aggiunse: sono solo , triste ,senza foglie, i lunghi rami secchi e inariditi, i pesci rosicchiavano le radici provocando un incontrollabile solletico giorno e notte senza un attimo di riposo le forze diminuivano sempre più.
QUI NON E’ANCORA IL MIO POSTOOOOO ACCIDENTI!!
L ‘albero maestoso si stava trasformando in un vecchio albero arido secco senza nemmeno una radice, anche il tronco mutò colore, rosso bosco. Con le poche forze rimaste cominciò a muovere freneticamente le poche radici, come eliche, si ritrovò sfinito, senza fiato sulla riva. Con l’aiuto del vento si ritrovò nel suo bosco . Affondò le radici nel terreno verde dal muschio e bagnato dalla rugiada, ritrovò il faggio Adolfo, e l’abete Pino, il castagno Martino. –ci sei mancato!- Hai capito dov’è il tuo posto? Eri talmente vanitoso e prepotente che nessuno ti parlava.
Sei cambiato, ormi legna da ardere non ti preoccupare se vuoi sei ancora in tempo, chiederemo al sole all’ acqua al vento di curarti se lo vuoi, e la tua imponente chioma si muoverà di qua e di la , e variopinti colorati uccelli e i piccoli animali del bosco ti faranno ancora compagnia, ho capito veramente dov’è il mio posto: è qui con voi.
Vogliamo darti un consiglio devi imparare a usare gli occhi per guardare intorno a te ciò che ti circonda essere umile, e di aiuto agli altri. Sai che in ogni albero c’è un’anima?
Carla
I TRE PORCELLINI SUL TRATTORE
In una piccola casetta di mattoni abitavano tre porcellini, che finalmente dopo tanto tempo si erano liberati dal lupo cattivo. Vicino a loro abitava una bambina con trecce lunghe bionde e portava sempre un mantello rosso con un cappuccio che si chiamava Cappuccetto Rosso. Un bel giorno Cappuccetto Rosso decise di andare a trovare la nonna ma, prima passò a casa dei porcellini per un saluto. Appena la videro arrivare, i porcellini si affacciarono alla finestra e dissero alla bambina: ”Ciao Cappuccetto, dove vai con quel cestino?”. La bambina rispose: ”Vado dalla nonna, volete venire anche me?”. I tre porcellini ,dopo essersi consultati decisero di accettare l’invito e, usciti dalla casetta andarono con Cappuccetto .Lungo il sentiero che portava alla casa della nonna di Cappuccetto, i tre porcellini incontrarono Meo il contadino del paese che, con il suo trattore trasportava il fieno per le mucche. Il più giovane dei porcellini iniziò a correre fino a raggiungere il mezzo agricolo, seguito dagli altri due e con un balzo salirono sul carrello pieno di fieno, non avevano proprio voglia di percorrere tutto quel sentiero a piedi, pigri com’erano. Cappuccetto Rosso li imitò. Ora tutti erano seduti comodi sul fieno e trasportati dal trattore si accingevano a raggiungere la casa della nonna. Ma il sentiero era molto sconnesso e quando ,a forte velocità ,il trattore entrò in un enorme buca, i tre porcellini e Cappuccetto furono sbalzati giù a terra. Tutti il contenuto del cestino era nel fango e per la povera nonna non era rimasto più nulla. I tre porcellini si rammaricarono molto e avvicinandosi a Cappuccetto dissero: ”Per colpa nostra e della nostra pigrizia ora la nonna non potrà avere il suo pasto. Dobbiamo fare qualcosa. Potremo tornare a casa e preparare noi qualcosa da portare alla nonna”, dissero in coro. Ma Cappuccetto non accettò e con tono di rimprovero rispose: ”Vi avrebbe solo fatto bene camminare, visto che siete sempre a mangiare e ad ingrassare. Lo sapevate che la strada era lunga, non dovevate venire se non volevate camminare. Quando si prende una decisione occorre andare avanti fino in fondo, nonostante si potrebbero incontrare difficoltà”, I tre porcellini tornarono a casa senza parole. Il giorno seguente ,per farsi perdonare da Cappuccetto prepararono un grande cesto pieno di cibo e lo portarono alla nonna che li ringraziò di cuore. Sulla strada del ritorno incontrarono nuovamente Meo e il suo trattore, ma ricordandosi delle parole di Cappuccetto, nonostante stanchi del cammino proseguirono per il sentiero che li conduceva a casa. Da quel giorno Cappuccetto e i tre porcellini non si separarono mai più.
Ivan Emanuela
FIABA DELLA LUNGA NOTTE
Sei fratelli, stanchi nell’ affanno di arare i campi, chi affranto, chi troppo maturo, sognavan di gloria senza abbandonar il posto sicuro. Il più piccino, il più vivace, aveva speranza per se e per loro. Un giorno, tra i frutteti piantati in collina, vide nascosto sette briganti, allegri e fieri cantavan canzoni di guerra, pianificavano assalti per sete di giustizia. Il ragazzo fu presto affascinato, anche lui sognava gloria e libertà per gli oppressi. I briganti lo accolsero volentieri, dalla forza ed intraprendenza furono convinti. Sempre più lodavano ed inneggiavano, mentre i suoi sogni il giovane elencava.
Insediatosi in un paese non troppo lontano, la sua nomea oltrepassò i confini del reame, diventato uomo, i suoi seguaci contadini divennero soldati.
Fu allora che si preparò il grande assalto: la battaglia contro il Re perverso fu ardua e sanguinaria, ma i sogni di quel ragazzo divennero pane, un pane per tutti gli uni uguali agli altri, liberati dallo sfruttamento e dalla schiavitù.
Diventato Re, solo una donna mancava, conquistato da un dolce viso non poté trattenersi da farla Regina. Parlava a voce bassa, i suoi passi erano lievi, longilinea ed educata calmava l’ impetuosa sete di giustizia ormai ottenuta.
Il tempo passava ed un figlio avevano avuto. Il Re era appagato e stanco di quei lussi, non amava chincaglierie, gli bastava il suo amore ed una vita da contadino, certo anche senza sfarzo un Re rimane tale.
Una notte, decise di portare la sua Regina al chiaro di luna, lontano dal palazzo, lontani dai giullari, per farle sentire l odore di erba tardo falciata, per farle sentire grilli e la civetta zittirli, le stelle, come persone, tante e tutte uguali. La regina sorridendo annuiva, e giocava a far la contadina, in fondo come lui lo era stata, ed al pensiero preso, un forcone le fu in mano, le tre lame conficcò nella gola del Re della vita innamorato.
Serafina Basile
Qual è la storia che preferisci? Faccelo sapere votandola in questo doodle Le fiabe popolari come materia prima