
LA COPPIA PERFETTA
Non fatevi ingannare dal titolo, non parleremo di problemi d’amore… anche se quando si parla di fantasia l’amore c’entra sempre. Nella scorsa puntata abbiamo sperimentato la tecnica del “sasso nello stagno”, cercando di inventare una storia partendo da una sola parola: se ve la siete persa ecco il link: https://tramm.it/niente-buchi-nell-acqua-con-l-immaginazione-2/. Ma Rodari, nella “Grammatica della Fantasia”, ci insegna che questo non è abbastanza, è solo “un’illusione ottica”. Continuando a leggere il libro, l’autore mi ha rivelato che per “suscitare una scintilla” ci vogliono due parole!
Il binomio fantastico
Gli scout lo sapranno sicuramente meglio di me, ma avete in mente quelle commedie della domenica pomeriggio in cui papà e figlio vanno in campeggio? Il padre, orgoglioso e fiero, per ricercare una connessione con la natura, accende il fuoco sfregando due bastoncini o picchiettano due piccole pietre l’una contro l’altra. Gianni Rodari ci parla proprio di questo, di prendere due parole e avvicinarle per far scoccare la scintilla. Conosciamo coppie storiche come Romeo e Giulietta, Otello e Desdemona, Amleto e Ofelia … ah scusate, avevo detto che non avrei parlato di problemi d’amore (e qui ce ne sono giusto un paio). Però a dir la verità, questi nomi associati, possono aiutarmi a spiegare quanto detto da Rodari: la scintilla si accende con il conflitto. Infatti il motore delle storie narrate da Shakespeare, il fuoco che le tiene vive, è proprio il conflitto: tra famiglie, dovuto alla gelosia o interiore che sia. È dai contrasti che nascono spunti interessanti, e quindi la scintilla di cui abbiamo bisogno. A Gianni Rodari, però, non piacciono le associazioni scontate. Lui parla di “binomio fantastico”, all’interno del quale le due parole devono essere distanti e “liberate dalle catene verbali” alle quali sono legate normalmente. L’autore suggerisce di affidarsi al caso per sceglierle. E in seguito, da a noi la responsabilità di creare un legame tra loro. Ecco perché ho deciso di “sfruttare” una mia amica e mio fratello, che mi hanno suggerito una parola ciascuno: marciapiede ed elefante. Accetto la sfida!!!
Il buon Gianni suggerisce, come primo passo, di unire le due parole con delle preposizioni; vi faccio due esempi:
– L’elefante del marciapiede
– L’elefante sul marciapiede
Da qui si può dar vita alle proprie storie
Le mie storie
L’elefante del marciapiede. C’era un elefante che aveva preso domicilio sul marciapiede di Marnana. Si era costruito un piccolo appartamento proprio su quel marciapiede, e i marnasiani sapevano dove cercarlo quando avevano bisogno di lui. Tutti sapevano che lui era l’elefante del marciapiede, e non un elefante qualsiasi. Se si parlava dell’elefante grigio, o dell’elefante con la proboscide nessuno lo riconosceva, ma se si parlava dell’elefante del marciapiede era di certo lui.
L’elefante sul marciapiede. L’elefante Panino era la prima volta che veniva in Italia e non aveva mai visto una città come le nostre. Era molto curioso di scoprire quali segreti poteva nascondere una città italiana, ma anche molto spaventato. Come quella volta in cui aveva paura di attraversare la strada e se ne stette per settimane e settimane sul marciapiede senza mai poggiare una zampa sulle strisce che le ricordavano troppo le sue amiche zebre e gli sembrava brutto camminarci sopra. Per paura della strada e per non fare male alle strisce quindi se ne restò lì sul marciapiede. A un certo punto però il marciapiede iniziò ad arrabbiarsi perché l’elefante era estremamente pesante.
– Vuoi scendere dalla mia schiena oppure ci rimarrai per tanto tempo?? Ho una certa età io!
– Mi scusi signor marciapiede ma io ho paura di attraversare la strada.
– Ha mai pensato di fare il giro lungo?
– Si, ma ci metterei una vita
– Ha ragione, però a me fa male la schiena. Almeno potrebbe non stare fermo in un punto solo?
– Certamente.
Così l’elefante iniziò a camminare avanti e indietro, avanti e indietro… fino a che non gli girò talmente tanto la testa che cadde sulla strada e senza nemmeno accorgersi iniziò a rotolare dall’altra parte. Il marciapiede si spaventò perché aveva paura che qualche macchina lo avrebbe colpito; l’elefante si riprese solo quando ormai era già arrivato dall’altra parte.
– Bravo elefante!! Sei arrivato dall’altra parte e a me non fa più male la schiena!- disse il marciapiede.
– Non mi sono nemmeno accorto, non deve essere poi così difficile.
È bastato utilizzare questa semplice tecnica per mettere in moto l’immaginazione. Ma questi sono solo degli esempi, son sicura che voi potrete fare di meglio fantasticando sul vostro binomio. Sperimentate anche voi il “binomio fantastico” e inviateci la vostra storia all’indirizzo mail info@trammm.it.
A presto!
Elena
P.S.: per diventare dei veri esperti, potrete acquistare il libro su cui si basano gli articoli della mini serie; vi basterà cliccare su questo link https://100giannirodari.com/opera/grammatica-della-fantasia-40/