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Quinta puntata- Tutti gli usi della parola a tutti

Quando eravamo piccoli, i miei fratelli ed io, avevamo una  cassapanca di legno nella quale mettevamo tutti i nostri giochi. Ero così piccola che me la ricordo gigantesca, ci nascondevamo perfino dentro per giocare a nascondino, per poi venire sgridati perché “Non si gioca in casa, filate in giardino!” (a discolpa dei miei genitori vi confesso che abbiamo un giardino piuttosto grande). Ma sto divagando; tornando alla cassapanca dei giocattoli: ne avevamo un buon numero e ogni volta che la si apriva c’era l’imbarazzo della scelta. Un po’ come scegliere il gusto del gelato, la prima giostra da fare al luna park, il vestito da mettere al primo appuntamento… Sempre la stessa storia, alla fine si sceglie il gioco con cui abbiamo sempre giocato, ormai consumato, gli stessi gusti del gelato per andare sul sicuro, la giostra su cui ci siamo divertiti di più l’ultima volta, e il nostro vestito preferito anche se ne abbiamo a centinaia. E anche dopo aver letto il capitolo “Vecchi giochi”, di cui parleremo oggi, è successa la stessa cosa. 

 

GIOCHI FANTASTICI E DOVE TROVARLI 

Oggi il menù del giorno proposto da “Grammatica della fantasia” è ricco di giochi divertenti e stimolanti da fare in compagnia.
C
ome vi dicevo, ci ho messo una vita a scegliere il gioco da fare tra quelli proposti da Rodari, e alla fine ne ho scelto uno di cui conservo un bel ricordo.
E’ molto semplice e non richiede nessuno sforzo fisico, ma solo qualche oggetto indispensabile:

  • Dei fogli di carta;
  • Delle penne o pennarelli;
  • Parenti/ amici con cui giocare (ho provato in video chiamata, ha funzionato); 
  • Una buona dose di “fantastica”; se non vi ricordate dove l’avete messa, non vi preoccupate salterà fuori strada facendo.

Ogni partecipante prende una penna e un foglio e su di esso  scrive, posizionandole una sotto l’altra, le seguenti sei domande:
Chi era?
Dove si trovava?
Che cosa faceva?
Che cos’ ha detto?
Che cos’ ha detto la gente?
Com’ è andata a finire?

Tutti i partecipanti partono dalla prima domanda e scrivono, accanto ad essa, sul proprio foglio, la prima risposta.
In seguito, piegano il foglio così da coprire la risposta e lo passano ad un altro compagno,
il quale dovrà rispondere alla seconda domanda, piegare il foglio e passarlo al compagno successivo.
Bisogna seguire questi passaggi fino ad esaurimento domande.
In questo modo si andranno a creare tante storie bizzarre, quanti sono i partecipanti.
Queste favole hanno a che fare col binomio fantastico: non trattandosi di parole scelte dal caso, ma piuttosto di sintassi casuale, Rodari suggerisce che si possa parlare di “TRAMA FANTASTICA”. 
Infatti, il risultato può essere già considerato prodotto finito, ma chiamandosi “trama” è possibile lavorarci sopra per scrivere una vera  e propria favola.
Come vi dicevo, ho provato anche io a fare questo gioco con due miei amici, Carolina e Leonardo. Non potendoci incontrare, ci siamo sentiti in videochiamata. Il fatto di essere distanti ha complicato un po’ le cose, ma, allo stesso tempo, le ha rese più divertenti.
Il risultato di questo gioco sono state tre favolette di cui vi condivido la mia preferita:

UNA LEPRE
A NEW YORK
STAVA FACENDO IL CAMBIO ARMADI PER LA PRIMAVERA
HA DETTO: “LA CIOCCOLATA MI FA VENIRE MAL DI STOMACO”
E LA GENTE: “VERRAI PUNITO LO SAI?”
ALLA FINE SI SCOPRI’ CHE NON ERA COLPA SUA
Da questa “trama fantastica” ho sviluppato una favola. 

LEPROTTO IL GOLOSOTTO
A New York era arrivata la primavera. Ormai i giacconi invernali non servivano, così Leprotto il Golosotto decise di fare il cambio armadi, come molti altri abitanti della città. Mentre spostava mucchi di vestiti da un punto all’altro, si ritrovò a canticchiare per la sua tana. Cantò così forte che credette di essere lui il responsabile di quello che sarebbe successo da lì a qualche minuto: a poco a poco, tutti i suoi vestiti si trasformarono in vestiti di cioccolato. Al latte, fondente, bianco, alla nocciola, al pistacchio.. cioccolato di ogni genere. A ogni strofa alcuni vestiti iniziavano a trasformarsi, ma appena taceva tutto si fermava e i vestiti tornavano come prima. Non poteva credere ai suoi occhi! Convinto di possedere quel potere, continuò a cantare con l’ intenzione di trasformare l’intero armadio. Amava il cioccolato e non resistette alla tentazione di addentare la manica di un maglione. Era perfino buono! Addentava l’orlo di una maglia, poi i bottoni di una camicia, masticava il taschino di una giacca, non risparmiò nemmeno i suoi vestiti preferiti giurando, in seguito,che non aveva mai mangiato cioccolato migliore di quello. Continuò fino al tramonto quando la sua pancia iniziò a brontolare. “Meglio uscire a prendere una boccata d’aria fresca” si disse. Ne aveva mangiato così tanto che faticava ad uscire dall’ ingresso della tana. Quando fu fuori senti un forte dolore allo stomaco,così forte da piegarsi in due. Iniziò a piangere e lamentarsi del male, tanto che i suoi amici leprotti lo sentirono e si avvicinarono.
– Golosotto, che succede?
– Mi fa male la pancia
– Cosa ti sei mangiato stavolta?
– Cioccolato
– Quante volte te lo abbiamo detto che devi andarci piano con tutti quei dolci?
Golosotto raccontò ai suoi amici quello che era successo nella sua tana. Tutti rimasero sbalorditi, increduli, era impossibile che cantando i vestiti di trasformassero. Per verificare che Golosotto non fosse impazzito entrarono nella tana e videro che era interamente ricoperta di cioccolato.
– Golosotto, ma quanto hai cantato lì dentro? è pieno di cioccolato
– Per tutto il pomeriggio fino al tramonto, stavo facendo il cambio armadi.
Ci doveva essere una spiegazione. Decisero così di far ripete a Golosotto tutto quello che aveva fatto durante il pomeriggio per capire cosa era successo.
Uno dei suoi amici, Brontolotto, però si rifiutò: – Se sta così è solo colpa sua, impara a non mangiare così tanti dolci.
– Non pensi che il mal di pancia sia già una buona punizione? Dai, vieni a darci una mano- disse un amico indicando Golosotto che non aveva mai smesso di stringersi lo stomaco con entrambe le braccia
Brontolottò sbuffando li seguì. Al’’interno della tana Golosotto iniziò a canticchiare, non riusciva a sforzarsi troppo per via del dolore alla pancia, così tutti si unirono in coro. Ci vollero pochi secondi e dal soffitto iniziarono a cadere gocce di cioccolato, e più il coro si alzava più cioccolato cadeva e ricopriva tutto intorno. A un certo punto Golosotto saltò in piedi e si ricordò di abitare sotto una fabbrica di cioccolato. Le vibrazioni create dal loro canto avevano fatto in modo che il cioccolato si infiltrasse fino alla sua tana. Alla fine tutti capirono che non era stata colpa sua e che era meglio cambiare tana per evitare altri mal di pancia. 


Terminata la quinta puntata di questa mini serie, potremmo anche fermarci e dire di aver acquisito sufficienti strumenti per stimolare la nostra immaginazione ed inventare storie. Abbiamo visto la tecnica del sasso nello stagno, il binomio fantastico, l’ipotesi fantastica e l’errore creativo e oggi la trama fantastica. Tutte queste tecniche hanno in comune il fatto che ci stimolano a creare delle storie di senso partendo da parole o frasi scelte dal caso. Gianni Rodari, riportando tutte queste tecniche nel suo libro, afferma che il movimento effettuato dalla nostra immaginazione è proprio il passaggio dal non-senso al senso.

Ma “Grammatica della fantasia” è una fonte inesauribile di FANTASTICA; continuate a seguirci: da settimana prossima ci saranno tante novità!  

Elena

P.S.: per diventare dei veri esperti, potrete acquistare il libro su cui si basano gli articoli della mini serie; vi basterà cliccare su questo link https://100giannirodari.com/opera/grammatica-della-fantasia-40/